Amarcord,  Cuore Scudato

Mauro Meluso, biancoscudato di passaggio

Mauro Meluso è il nuovo Direttore Sportivo del Napoli. Proprio là, sulla vetta del calcio italiano, con vista sul resto della (disastrata) Serie A e del pallone lungo stivale. Complimenti a lui, e siamo sinceri, perché il dirigente di origini calabresi classe 1965, questa fetta di popolarità se l’è guadagnata eccome. Profilo elegante, poche parole e tanti fatti, l’ex calciatore del Foggia di Zemanlandia fu protagonista anche alle nostre latitudini. Un percorso di poco più di due anni, a cavallo tra il 2006 e il 2009, sotto l’egida dell’ineffabile Marcello Cestaro – il Cavaliere – alla presidenza in Viale Nereo Rocco.

Arrivò al Padova dopo la defenestrazione di Renato Favero, e contestualmente all’esonero di Maurizio Pellegrino si insediò portando un nuovo allenatore, Andrea Mandorlini. Era il Novembre del 2006, con il Padova – costruito senza un capo né una coda – affossato a ridosso della zona playout in C1.

Il lavoro fu certosino fin dalle prime battute. Con acume e diligenza Meluso iniziò a ricostruire, portando in biancoscudato giovani di prospettiva (il talento Manzoni dell’Atalanta lo ricordate?) e creando patrimonio per il club (Bovo e Faisca, tanto per fare un paio di nomi). Ebbe la sfiga, quella si, di ricevere il voltafaccia di Mandorlini dritto sui denti – dopo una clamorosa rincorsa ai playoff, sfumata per una… sconfitta – a Giugno 2007. A bocce ferme, con il ritiro già programmato. Dovette ripiegare su un tecnico, Ezio Rossi, rivelatosi scelta infausta, a fronte di un mercato sontuoso in estate: Varricchio, Rabito, Baù, Di Nardo, e compagnia. Una fuoriserie per la Serie C, affidata a un tecnico permaloso e forse poco stimolato da un’avventura del genere dopo anni di navigata Serie B.

Poi, a fronte di un altro accesso mancato ai playoff e dell’avvicendamento di Rossi con Sabatini, la costruzione della rosa per la stagione 2008/09, quella culminata con la cavalcata ai playoff e la promozione in B. Merito anche di Meluso, certo, il quale però assistette alla festa di Busto Arsizio dagli studi Rai, in veste di opinionista. Si, perchè il Cavalier Confusione aveva colpito ancora, pochi mesi prima, scegliendo un clamoroso repulisti di DS e allenatore dopo uno 0-0 interno contro il Legnano. A Gennaio, a pochi giorni dalla chiusura della finestra di mercato. Tempismo, appunto.

Mauro Meluso è stato – a posteriori – uno dei migliori direttori sportivi (se non il migliore) transitati all’ombra del Santo dai tempi di Piero Aggradi. Mai sopra le righe, sempre misurato nelle parole, dedito alla causa almeno per quanto è stato possibile constatare per noi tifosi. Le promozioni con il Lecce (doppia, dalla C alla A) e le salvezze in A con lo Spezia più di recente gli sono valse una vetrina strameritata. Quella di una Serie A che ora osserva dall’alto, con un compito arduo – benché stimolante – di confermare i partenopei sul tetto del calcio italiano.

Quando fu cacciato dal Padova, erano ancora i tempi in cui il sottoscritto curava Biancoscudati.net, gli scrivemmo un articolo di ‘arrivederci’. Tempo una settimana, Meluso rispose di proprio pugno, con una mail di ringraziamento per il supporto e la fiducia concesse. Un gesto da uomo e da professionista serio, mai dimenticato e sempre apprezzato da chi tifa questi colori. In bocca al lupo!

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