Trento – Padova 0-1, termine del girone d’andata. Il concetto di Natale biancoscudato perfetto: ci avevamo pensato nei giorni scorsi per bollarlo, poi, come qualcosa di onirico, attinente alla leggenda metropolitana, forse al racconto ingrigito di un’epoca sbiadita… Quando mai ne avevamo vissuto uno simile, di queste proporzioni, dalle nostri parti?
Poi prendi un punteggio incredibile per un girone d’andata ( 54 punti in 20 partite, solo a pensarci vengono i brividi), unisci l’ennesima vittoria – 1 a 0, questa volta non intrisa di schiacciante superiorità bensí di sofferenza e “veleno addosso” (cit.) – mettici una curva piena, uno stadietto grazioso incorniciato dai monti e tanti, minuscoli, candidi cristalli ghiacciati, da fine primo tempo, a corollario fatato di qualcosa di sportivamente straordinario.
Eppure, qualche mese fa, va sinceramente riconosciuto che l’opinione comune non pensava ad uno scenario attuale di tale – fulgida- portata, partendo dall’allenatore: quando, il 14 giugno, sul sito della Società ha fatto capolino il comunicato «Il Calcio Padova comunica che è stato raggiunto l’accordo con Matteo Andreoletti, che da oggi è il nuovo allenatore biancoscudato», corredato da articoli delle varie testate giornalistiche in cui venivano miscelate parole come “gioco moderno”, ” De Zerbi”, “credo calcistico aggressivo”, “giovane ma molto preparato”, “esperienza limitata”, “approccio tattico innovativo”, il commento più benevolo dell’aficionado è stato “ah benon“.
Invece il buon Matteo da Alzano ci ha sonoramente smentiti e apertamente conquistati con un gioco piacevole, fluido, veloce, aggressivo e dinamico, con una fase di costruzione e difensiva molto efficaci ed equilibrate unite ad un carattere energetico e deciso (vedi la sostituzione di Broh nell’ultimo match dopo 15 minuti) oltre ad una capacità dialettica incisiva e, decisamente, fuori dal comune (per gli standard biancoscudati degli ultimi anni!).
Con un allenatore di tale caratura far rendere al meglio una buona squadra, dall’ossatura ben definita, sembra essersi rivelato, finora, da un azzardo un… Esperimento riuscito. Si, perché, ad una rosa biancoscudata – che ha visto, rispetto la passata stagione, solo 2 innesti (due signori innesti: il portiere Fortin e l’attaccante Spagnoli) – che già aveva espresso qualità e valori di un certo livello mancava, evidentemente, un leader carismatico, una guida abile nel preparare, motivare e proteggere.
Ecco, proprio quest’ultimo termine, a nostro modo di vedere, ha rappresentato (potrà, dovrà, rappresentare) una svolta e sicuramente sarà elemento decisivo nei prossimi mesi: perché, ad una situazione calcistica rosea ne fa da contraltare, lo sappiamo tutti, una extra-campo precaria, che si muove su un delicatissimo equilibrio (ora cercheremo di essere edulcorati e pregni di “spirito natalizio” il più possibile, ndr) tra
- tifoseria “calda” che diserta le partite in casa (partecipando in massa alle trasferte);
- una Società che ha focalizzato il suo operato investendo totalmente fondi, energie, buona volontà, disponibilità, comunicazione, talvolta educazione solo nella squadra;
- una Amministrazione Comunale che, a fronte di una nuova curva che nessuno, di nessun colore, in 30 anni, mai aveva realizzato per lo stadio Euganeo (questo va riconosciuto) ha inanellato una serie di vicissitudini che non sappiamo se figlie più di sfiga, impreparazione, pressapochismo, dilettantismo, boicottaggio politico o altro (solo il tempo potrà definire in maniera definitivamente adeguata).
Non è compito nostro, semplici tifosi quali siamo, fornire giudizi o soluzioni, di certo siamo cosci di come un ambiente (o, meglio, una polveriera) così, possa rappresentare l’orlo di un precipizio o il volano per un qualcosa di straordinario. Di certo, nel nostro innato ottimismo biancscoppiato, confidiamo nella seconda opzione, augurandoci di tutto cuore che possano protrasrsi questi momenti di vita calcistica unici e irripetibili, questi allineamenti del cosmo così assoluti da rendere l’astratto un meraviglioso concreto.
Da padovani col corredo genetico calcistico tarato alla sofferenza e temprato dalle scottanti delusioni, il circospetto disincanto di non affermare ancora che sia il campionato perfetto: di certo, però, gli indizi non mancano.
P.s.: la seconda parte della colonna sonora nel video proviene dall’album “Non è un campionato per Vecchi” (edizioni musicali Biancoscoppiate)