Il Padova che verrà
In tempi normali saremmo a parlare di calcio d’estate. Di amichevoli, di bilanci post-ritiro, di rosa ancora da puntellare con un paio di acquisti, di Tim Cup. E di speranze per una stagione alle porte. Con Ferragosto dietro l’angolo, però, viviamo in uno strano limbo con i campionati ancora in corso e la preparazione cominciata solo per una manciata di squadre.
L’anno calcistico numero uno d.C. (dopo Covid), avrà inizio per la Lega Pro il 27 Settembre prossimo. Eppure, sembrano trascorsi solo pochi giorni dall’umida serata di Alessandria in cui i biancoscudati si facevano infilzare dalla Juventus Under 23 stracciando quanto di buono fatto nel cammino playoff.
Le incognite sono tante, è vero, ma le poche certezze, infilate come perle in una preziosa collana, sulla carta dovrebbero garantire sonni tranquilli. L’impegno di una proprietà e di una Società serie, anzi tutto. La conferma di Mister Andrea Mandorlini in panchina, per proseguire. Il lavoro di Sean Sogliano dietro la scrivania, con i primi tasselli aggiunti a una rosa già di per sè competitiva. Cosa ancor più importante, un budget sontuoso stanziato da Patron Joseph Oughourlian e gestito da un management da far invidia anche a club di categoria superiore.
Non mi soffermerò sui nomi, non mi interessa. Che gli attaccanti si chiamino Paponi e Jefferson – e non Mbappè e Cristiano – poco importa. Quello che vorrei vedere, nel Padova edizione 2020/21, il Padova che verrà, è lo spirito di una squadra affamata, volenterosa, mai doma. Una di quelle compagini ostiche da affrontare, capaci di dominare così come di difendersi quando in difficoltà. In poche parole, vorrei vedere il cuore. Gettato oltre l’ostacolo, messo davanti a tutto, a difesa del biancoscudo per una stagione che potrebbe rivelarsi fondamentale nel progetto triennale dell’uomo che ha accettato la sfida di raccogliere i cocci biancoscudati dopo la bruciante retrocessione del 2019 e provare a far brillare di nuovo i nostri colori.
Ecco allora, che i nomi di questo o quell’obiettivo di mercato possono passare in secondo piano. Così come le speculazioni sulle rivali di un girone di Lega Pro (o d’inferno, fate voi) tutto da decifrare. Che ci sia da battere la Triestina, il Modena, oppure chissà quale altra rivelazione, poco importa.
Noi siamo il Padova.
E tutti uniti, da Joseph Oughourlian al più piccino dei nostri tifosi, andremo a riprenderci, sul campo, quel che meritiamo.